"Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale."
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975
... era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti ... (Boogie, Paolo Conte)
Dopo ogni guerra
C'è chi deve spingere le macerie
C'è chi deve sprofondare
C'è chi deve trascinare una trave
Non è fotogenico
Bisogna ricostruire i ponti
C'è chi con la scopa in mano
C'è chi talvolta
Chi sapeva
Sull'erba che ha ricoperto
"La fine e l'inizio"
Programma piuttosto solido e intimamente coerente pur nel suo spaziare per ben più d’un secolo e per oltre mezza Europa, dal centro all’ovest terminando all’estremità orientale. Non banale e non scontato, intrigante, sopratutto nel sottintendere un sottile fil rouge tra romanticismo inquieto e di ricerca, tensioni armoniche postromantiche e modernismo protonovecentesco.
http://www.metamagazine.it/concluso-il-forum-per-i-castelli-romani-2015/