Sabato 10 ottobre 2020, nella Sala degli affreschi della Casa delle Culture e della Musica di Velletri, abbiamo assistito ad un’originalissima performance ad opera della formazione siciliana Jacaras, con il maestro Paolo Rigano alla chitarra spagnola. Il concerto è stato promosso dalla Associazione culturale Colle Ionci nell’ambito di circuiti concertistici legati alla promozione di progetti discografici.
Lo spettacolo è stato costruito con l’intento di ricreare il paesaggio sonoro sei-settecentesco del Sud-Italia durante la dominazione spagnola, fase in cui, a fronte del flusso continuo di artisti tra paesi dominanti e dominati, gli elementi caratterizzanti della tradizione musicale iberica incontrarono suoni e colori appunto delle culture popolari dell’Italia meridionale, dando vita ad un’affascinante ‘fusion’.
Per comporre questo variegato mosaico musicale, l’infaticabile Paolo Rigano, ha reperito attraverso una ricerca storica mirata ed accurata, manoscritti e tracce di brani italiani e spagnoli del tempo dei vicerè; lavoro confluito in un concerto memorabile, in cui i materiali musicali rielaborati e riadattati all’organico in scena, sono stati eseguiti con le prassi esecutive e gli strumenti tipici dell’epoca: tiorba, colascione, percussioni, clavicembalo, chitarra spagnola e voce.
Fil rouge della serata, un testo recitato, tratto dal racconto Canto perchè l’amor non passa di Gianfranco Perriera, che s’innestava suggestivamente tra le musiche in cui ritmo spumeggiante, improvvisazioni e momenti meditativi si alternavano dando vita ad una sognante girandola emozionale.
I brani eseguiti nel concerto di sabato 10 ottobre, rispecchiano fedelmente i contenuti del CD Cimbalu d’Amuri di recente pubblicazione per Almendra Music.
A margine del concerto, ho colloquiato con il maestro Paolo Rigano, che ha così argomentato circa le caratteristiche del progetto discografico di recente ultimazione: «Tutte le tracce audio presenti nel disco, vogliono dar voce ad una musica tradizionale viva che abbia una forte connessione con quella scritta del XVII secolo. Oltre alla perizia in materia di trascrizione e di elaborazione che possiedono e che mettono a servizio del progetto comune, i solisti del gruppo Jacaras improvvisano partendo dal basso ostinato, un po’ come si fa nel jazz. E’ ciò che avviene ad esempio nel Fandango di Santiago De Murcia, originariamente scritto per chitarra e presentato in una versione arrangiata per cembalo e chitarra barocca con open space dei due strumenti, o nel brano di Josè Marìn Niña como en tus mudanzas, scritto nella versione base per voce e basso ed eseguito nella trascrizione per percussioni, clavicembalo, liuto e colascione. Stu pettu è fattu cimbalu d’amuri, brano trainante che dà anche il titolo al CD, si ispira ad un’ottava siciliana tramandata oralmente, ed è un vero e proprio exploit di invenzioni/improvvisazioni su un basso di tarantella».
Ricerca, attitudine nell’arrangiare e rivitalizzare i contenuti con il giusto calibro e straordinarie capacità improvvisative, sono i tratti distintivi di un gruppo musicale, che speriamo di ritrovare a breve per tuffarci nuovamente in atmosfere musicali lontane solo storicamente, ma che rivelano inattese comunanze con le moderne sonorità, riscontrabili soprattutto durante lo svolgimento di uno spettacolo così pieno di inventiva.
(Nick da Rocca)